Ti sei mai chiesto cosa significa la parola sake e quali sono le sue origini? Come va servito? Come va gustato?
Insomma, ci sono tante domande irrisolte dietro il termine “sake”. In questo articolo vogliamo aiutarti!
Che cos’è il sake?
Iniziamo con il dire che il sake, non è un distillato.
In molti pensano che il sake sia un distillato con una gradazione alcolica molto alta da bere a fine pasto, come un digestivo. Niente di più sbagliato ma non temere è il vociame comune.
Il sake non è una grappa, ma bensì un fermentato, che viene prodotto utilizzando il riso.
In Giappone, il riso, viene classificato in due modi:
- Hanmai (normale riso da tavola)
- Sakamai (riso per il sake)
Inoltre il sake, non ha una gradazione alcolica elevatissima, infatti è composto per l’80% di acqua, la cui qualità è estremamente importante, perché i minerali al suo interno influiscono sul sapore finale.
Altra particolarità che rende di più sapori il sake è la sbramatura.
La sbramatura è la lavorazione del chicco di riso che permette di separare il chicco dalla “buccia” del minerale.
Più il chicco è levigato, raggiungendo la parte centrale, più il suo sapore diventerà aromatico.

Le origini del sake
La prima forma di sake veniva prodotta a scopi religiosi, utilizzato per celebrare riti sacri.
Il processo di creazione era molto diverso da quello attuale e immaginiamo, anche il sapore.
Nelle epoche successive dal 1185 al 1573 il sake veniva prodotto solo ed esclusivamente all’interno delle mura imperiali, qui si incominciarono ad utilizzare le tecniche di lavorazione del riso e di fermentazione della bevanda che si tramandarono fino ad oggi.
Successivamente dopo l’esposizione universale di Vienna nel 1873, in cui venne presentata a tutto il mondo, il sake divenne una bevanda popolare.
Oggi il sake è conosciuto in tutto il mondo e viene prodotto anche al di fuori del Giappone.


Come si beve il sake?
Se pensi che ci sia solo una risposta a questa domanda, aspetta la fine di questo paragrafo.
Infatti il sake oggi, può essere bevuto sia caldo che freddo, dipende dall’uso e dall’abbinamento che scegliamo di fare con il cibo.
ll sake servito intorno ai 15 gradi è molto bilanciato e si presenta nella sua completezza.
A 5 gradi, invece, la fragranza è molto leggera e alcune caratteristiche del sapore non vengono messe in risalto.
Nel caso si desiderasse riscaldare il nostro sake, sempre che rientri in una tipologia che lo permette, possiamo tenere presente che tra 30 e 35 gradi la fragranza aumenta e il sake acquisisce una maggiore intensità, mentre tra 40 e 55 gradi, a causa dell’alta temperatura, la percezione dell’alcol aumenta.
Per sapere se un sake può essere riscaldato o meno, puoi tenere presenti queste indicazioni di base:
I sake junmai, honjozo e futsushu sono perfetti sia freddi (5-10°) che caldi (45-50°) e forse un po’ meno interessanti ma comunque buoni a temperatura ambiente.
I sake kimoto andranno benissimo a temperatura ambiente o riscaldati fino a 40-45°, mentre eviteremo assolutamente di riscaldare i sake crudi (nama) e i sake torbidi (nigorizake), che vanno bevuti freschi o freddi.
Per quanto riguarda, invece, i sake ginjo o daiginjo, meglio gustarli freschi (10°) per godere appieno delle loro note aromatiche che, se riscaldati, andrebbero perse.
Come conservare il sake?
Discorso diverso è la conservazione del sake.
Ecco alcuni consigli utili per assicurarti che la tua bottiglia di sake sia sempre servita in condizioni eccellenti:
- Tieni il sake lontano dai raggi ultravioletti. La luce diretta del sole o luci fluorescenti possono danneggiare il sake.
- Conserva il sake lontano da ambienti riscaldati.
- Mantieni le bottiglie di sake in piedi.
Ricorda che il sake non è protetto come il vino dall’aggiunta di solfiti, e che quindi dovrai avere un occhio di riguardo per essere certo di gustarti questa fantastica bevanda proveniente dal Giappone.
Siamo arrivati alla conclusione del nostro articolo, speriamo di averti dato degli spunti interessanti su questa eccezionale bevanda.
Inoltre ringraziamo il nostro partner, Sake Company per il supporto nella stesura di questo articolo.
Il team di Armonico.it